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Ogni grande racconto collettivo, si scrive giorno per giorno con le piccole storie personali. Le vicende degli emigranti siciliani, che hanno lasciato la propria terra da oltre un secolo a questa parte, e quelle delle loro famiglie ci parlano di una nuova vita da costruire, portando nel cuore le proprie radici, tra difficoltà, sacrifici e opportunità.
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La storia di Ciula, è la storia di molti. Ambientata nella miniera Taccia Caci di Aragona, la novella di Luigi Pirandello “Ciaùla scopre la luna” datata 1907 è contenuta nella celebre raccolta “Novelle per un anno”. A ispirare l’agrigentino Premio Nobel per la Letteratura è la vita dei minatori, la fatica e il rapporto con la miniera.
Lui, lei e l’altro a Milocca, nel paese delle “robbe”. E poi gli otto figli: i meno fortunati colpiti da morte violenta e quelli più fortunati, che emigrarono facendo perdere le loro tracce, ma sopravvissuti ad una lunga storia di degrado, banditismo, omertà e disonore. Accadde a Milena, tra la fine del 1800 e il 1900, quando il giovane e mite contadino Damiano Manta sposò l’esuberante Concetta Serrao. Dal matrimonio nacquero quattro figli, ma non c’era casa o stradella in cui non si bisbigliasse sulla relazione della giovane moglie con Rosario Scozzaro, noto per la sua prepotenza.
(Italiano) Quella tragica mattina del 4 luglio del 1916, quando si sentì il primo scoppio violentissimo, c’erano più di cinquecento operai nelle miniere Cozzo Disi e Serralonga di Casteltermini, in provincia di Agrigento. I boati sordi e continui, uno dietro l’altro per diverse ore, trasformarono subito le solfare in un inferno di fuoco che a tanti rese impossibile ogni via di fuga.
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