La luna di Ciàula: una vita in miniera

Miniera

NOVELLE Ciàula scopre la luna è una novella del 1907 di Luigi Pirandello, una delle più conosciute della raccolta di testi brevi Novelle per un anno. La storia di Ciàula è la vita dei tanti poveri “carusi” (ragazzi) e dei tanti minatori che veniva scandita solo dai ritmi faticosi del loro lavoro nel ventre delle montagne. La stessa storia che oggi riecheggia ancora nei ricordi dei tanti operai e delle loro famiglie che sacrificarono a quelle gallerie, buie e pericolose, tutta la loro esistenza. Non  solo in Sicilia ma anche nel Nuovo Mondo, dove spesso trovavano lo stesso duro destino quando partivano in cerca di fortuna.

 

Riassunto della novella

CIAULA SCOPRE LA LUNA

Ciàula era il povero “caruso” (ragazzo) di un minatore – chiamato Zi’ Scarda – che lavorava da sempre in Sicilia nella cava di zolfo “Taccia Caci” di Aragona.

Una sera Cacciagallina, che aveva il compito di controllare i minatori, voleva che restassero lavorare anche di notte per finire il carico di quel giorno. Ma nessuno lo ascoltò. Gli unici a rimanere furono Zi’ Scarda e Ciàula che, sebbene molto stanco, di malavoglia ubbidì.

Il “caruso”, nonostante fosse a proprio agio nelle tenebre della miniera, aveva paura del buio della notte. Tempo addietro, era scoppiata una mina che aveva ferito ad un occhio Zi’ Scarda e ucciso il figlio. Preso dal panico, Ciàula si era rifugiato in una cavità che conosceva solo lui, con la lanterna rotta e lontano da tutti. Ci rimase per molto tempo. Quando a fatica riuscì ad uscire nella notte senza luna, il “caruso” – che si sarebbe aspettato di trovare la luce del sole come tutti gli altri giorni – rimase solo. Il brulichìo di stelle non riusciva a diffondere alcuna luce e Ciàula rimase tremante e sperduto senza riuscire a vedere nulla di ciò che gli stava intorno.

Sopraffatto, quel giorno, dal ricordo di quell’angoscia e affaticato per il pesantissimo sacco di zolfo che trasportava alle spalle, Ciàula sapeva che lasciando la cava sarebbe stato colto dallo stesso buio terrificante di quella notte.

Uscì. Ma fu con grande stupore che, per la prima volta, vide la luna illuminare il paesaggio circostante. Sbalordito, lasciò cadere il sacco dalle spalle, si sedette sul sacco e con le braccia al cielo restò a guardarla piangendo per la “bellezza” che sentiva dentro.