La festa di San Giuseppe tra gli spiritelli di campagna

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Giuseppe Saia, presidente onorario della festa, raccoglie le offerte

TRA STORIA E LEGGENDA

Ogni anno, nella seconda domenica di maggio, a Milena (Milocca) si festeggia nel villaggio Vittorio Veneto (che la gente del luogo chiama ancora robba Piddizzuna e robba Patini) la festa di “San Giuseppe in Campagna” che una volta si chiamava “San Giseppi di li Vaiani”, come scrisse un noto studioso locale, il cavaliere Giovanni Cassenti.

Si racconta che un certo Giuseppe Garlisi, detto zzi Piddizzuni, in un punto del sentiero che percorreva tutte le mattine per andare a lavorare, venisse tormentato ogni giorno da strane entità. “Quando fu al centro dell’incrocio, il mulo ebbe un sussulto come se ad un tratto un altro fosse saltato in groppa, mentre lui sentì stringersi alla vita da due braccia possenti da mozzargli il fiato”, scrisse l’archeologo Arturo Petix in “Leggende di Milocca”.

Il poveretto, non sapendo a quale santo votarsi, invocò l’aiuto di San Giuseppe, che miracolosamente lo liberò da quelle visioni. In segno di ringraziamento zzi Peppi (zio Giuseppe) costruì a sue spese, nello stesso luogo della visione, una cappella dove celebrare una festa. Da allora, ogni anno, gli abitanti del villaggio Vittorio Veneto raccolgono in tutta Milocca (oggi Milena) le offerte per i festeggiamenti, che si svolgono vicino al cimitero, nello stesso punto dove zzi Peppi Piddizzuni fu graziato da quei tormenti: la mattina, dentro la chiesetta, viene celebrata la Santa messa e nel pomeriggio si snoda la processione, durante la quale il simulacro del Santo viene portato a spalla dalle ragazze del villaggio.

La leggenda racconta anche che per un po’ di tempo, prima dell’episodio di Giuseppe, la festa fosse organizzata dai monaci del convento milocchese di San Martino, come omaggio alla natura, che proprio a maggio esprime tutta la sua ricchezza nelle campagne di Milena.