Salvatore Urso Baiardo, il richiamo del mare come rotta di vita

Salvatore Urso Baiardo, foto di Dario Lo Scalzo

Salvatore Urso Baiardo, foto di Dario Lo Scalzo

I sogni sono fatti per essere realizzati diceva con forza un mio caro amico e quando entri in contatto con delle storie di emigrazione molto spesso si avverte la sensazione di riempimento e di pienezza trasmessa spontaneamente da chi ne è protagonista. L’incontro con Salvatore è uno di quelli che solleva, rallegra e dà speranza a tutti coloro che possiedono la forza e il coraggio di affidarsi al “farsi da sé” e al proprio ingegno per il raggiungimento dei propri sogni, per l’appunto.

Partito da solo da Naro per la terra straniera, alla tenera età di 14 anni si ritrova in fabbrica nel nord della Francia. E’ facile intuire che il suo sia stato un percorso fatto di sacrificio, di dedizione e di sfida. Sono quelli anni della vita in cui si trotta velocemente e così il tempo è occupato quasi interamente per tutto ciò che può contribuire alla costruzione dei massimi desideri. Lavoro, corsi di formazione professionale durante la sera e sport praticato a un certo livello sono gli assi portanti del cammino di Salvatore.

E’ bello potere contare sulla propria capacità d’iniziativa e sulla propria ingegnosità che finiscono col divenire dei valori universali che oltrepassano le inevitabili differenze culturali o di mentalità alle quali ci si deve confrontare quando si emigra all’estero.

Così, dopo un primo periodo di lavoro in fabbrica nel settore tessile, Salvatore passa a quello dell’edilizia con un atto di coraggio, d’intuito e di caparbietà che gli consentono di creare, da zero e con poca esperienza nel settore, una propria attività imprenditoriale. Ed ecco che, gradualmente negli anni, si aprono le porte per il benessere al quale contribuisce di certo il fatto di essere affiancato dalla sua compagna di vita. Un’impresa di costruzione di un centinaio d’impiegati, la stima di chi lo ha accolto, l’integrazione e così facendo nasce la realizzazione di uomo e della sua famiglia.

Ma la mente non dimentica e, dopo tredici anni, di assenza, arriva il richiamo delle origini. Un passaggio rapido a Naro, poi Canicattì, ma è sulle spiagge sanleonine della costa agrigentina che il cuore batte più forte, dinanzi alla bellezza del mare.

Sì, Salvatore e la sua sposa, sono ammaliati dal mare Mediterraneo e quell’amore che nasce incontrollabile dalle spiagge, dalle immensità, dal clima siciliano diventa il traino per costruire altri sogni. Non sogni legati alle fortune professionali, ma sogni di gioia personale, individuale.

Il desiderio è quello di costruire un nido, accanto la spiaggia dorata della costa agrigentina e di fronte a quel mare blu turchese che incanta tutti gli animi.

E così sia!

Grazie al lavoro al quale è particolarmente riconoscente e grato, Salvatore riesce pian pianino a edificare un altro sogno, quello di trascorrere parte dell’anno nel lido di Agrigento, San Leone.

Durante il nostro incontro Salvatore quasi non racconta il dietro le quinta della sua storia di emigrazione, non c’è spazio né tempo nella sua memoria per raccontare del lavoro, duro, faticoso, della fatica del vivere all’estero, delle mille difficoltà che un emigrato deve affrontare lontano dai suoi punti di riferimento.

Sì, quasi sorvola sui 58 anni di lavoro in Francia, sui suoi successi, sui momenti difficili, sulle rinunce, sui condizionamenti e preferisce centrarsi sul presente recente, sul suo mare, i suoi luoghi più cari di Agrigento. Innalza così il suo parlare al forte legame con il sole e con quel mare.

Un mare che resta dentro, che richiama a tal punto da far pensare a un rientro definitivo, ma nel frattempo, ci sono i figli e i nipotini, francesi, e così l’amore va necessariamente bipartito; da un lato la propria terra con le sue vastità, le sue bellezze uniche, la sua luna gigante, gli odori, la gastronomia, la città dei templi, Agrigento, che avvolge con i vicoli, con le piazzette con vista Bellezza, con il  lungomare, con tutta la sua ricchezza storica e culturale e dall’altro, il cuore di oggi che batte forte per la famiglia e per il senso di riconoscenza per la terra d’oltralpe.

Salvatore desidera il meglio per la sua Sicilia e spera che possa riuscire a evolvere nel miglioramento; c’è da storcere il naso di tanto in tanto, qualche delusione che non riesce però a sconfiggere il legame indissolubile per l’origine

La storia di Salvatore, ormai in pensione, è quella di chi ha creduto in se stesso, nelle proprie capacità, nel proprio impegno … tutti semi capaci di creare le condizioni per rendere reali i sogni.

Il cerchio si chiude dunque e il sogno è l’essere riuscito ad assecondare il richiamo del mare, la direttrice della vita

Lì, seduto con sua moglie sulla terrazza della villetta veduta immensità, poco distante dalle dune ricoperte dai gigli di mare, respira il tempo della serenità nella sua San Leone

di Dario Lo Scalzo

Vi preghiamo di prendere visione dell’intervista video a Salvatore Urso Baiardo